Le stampanti a getto d’inchiostro si differenziano tra loro per la presenza o meno di una testina di stampa che può essere sia fissa che estraibile. All’interno ogni periferica è comunque caratterizzata da una serie di rulli, che consentono al foglio di muoversi, e da un carrello al cui interno ci sono le testine. Il carrello consente alla testina di stampa di scorrere, seguendo la lunghezza del foglio, mentre vengono spruzzate le gocce di inchiostro.
In questo modo il foglio avanza così come previsto, mentre il carrello torna nella sua posizione iniziale per poi ricominciare una nuova fase. A consentire tali passaggi è il software presente nella scheda elettronica e che consente la comunicazione della stampante con il computer.
Il funzionamento di tali dispositivi è molto simile a quello delle stampanti ad aghi: con le stampanti a getto d’inchiostro, però, la testina di stampa è formata da piccoli fori da cui viene emesso l’inchiostro direttamente sulla carta.
Ci sono alcuni modelli, come Canon e Hp, che usufruiscono della tecnologia “bubble jet” che prevede la formazione di una piccola bolla che spinge l’inchiostro sulla carta; Epson, invece, fa uso della tecnologia “piezoelectric” dove c’è un cristallo sulla cartuccia di inchiostro che, ottenuta la carica elettrica, comincia ad emettere vibrazioni, spingendo le gocce di inchiostro sul foglio.
Le stampanti Inkjet sono di solito caratterizzate da due cartucce: una per il nero e l’altra per il colore. In quest’ultima cartuccia ci sono i tre colori principali: ciano, magenta e giallo.
Le testine di stampa possono essere vittime di usura. Tale fenomeno tende a verificarsi quando si registrano l’espansione e la contrazione degli elementi piezoelettrici o anche degli elementi termici. La testina di stampa tende a deteriorarsi pure quando si secca l’inchiostro.
Quando si usa una stampante può capitare che la testina di stampa si secchi in più occasioni. In queste circostanze si può procedere alla pulizia e, se necessario, alla sostituzione. A farcelo capire sarà proprio la stampa: se compaiono delle strisce, allora la pulizia non sarà più sufficiente. Bisognerà procedere con il cambio della testina di stampa. Le stampanti più moderne segnalano all’utente quando è necessario sostituire la testina di stampa ed inserirne una nuova.
Negli ultimi anni l’utilizzo delle stampanti a getto d’inchiostro è andato man mano a ridursi. Ecco che le testine di stampa non utilizzate tendono a seccarsi dopo qualche settimana e dovranno essere pulite.
La pulizia della testina di stampa si verifica in moto automatico e secondo dei tempi prestabiliti nella maggior parte delle stampanti che resta sempre accesa. Oggigiorno si stampa molto meno con le stampanti a getto d’inchiostro rispetto ad alcuni anni fa. Le testine di stampa non usate possono infatti seccarsi già dopo alcune settimane e devono essere poi pulite.
Le stampanti laser sono senza alcun dubbio le macchine dotate di alte prestazioni e di funzioni aggiuntive rispetto al classico modello compatto per uso casalingo. Sono caratterizzate da tre componenti principali: il laser, il toner ed il tamburo fotosensibile. Il tamburo è l’elemento che, nella fase precedente alla stampa, è soggetto ad una carica elettrostatica positiva. L’immagine che verrà stampata sarà prodotta riga per riga. Le righe, che verranno stampate, vengono elaborate sul tamburo tramite zone caricate sia positivamente che negativamente. L’immagine viene riprodotta al contrario sul tamburo per poi far passare la carta e assorbire il toner. Una procedimento che può apparire complesso ma sono in teoria.
Le stampanti a laser sono veloci: stampano circa 15 pagine al minuto. Tra i punti di forza ci sono anche la qualità dell’immagine e la silenziosità.
Non manca certo qualche svantaggio: queste periferiche hanno un costo più alto e sono sottoposte ad una manutenzione più regolare se messe a confronto dei modelli compatti e più semplici adoperati per uso domestico.
Il toner è l’elemento colorante presente nelle stampanti laser. Il sistema di stampa di queste macchine è a quattro colori: nero, ciano, magenta e giallo. Di toner in commercio ne esistono a migliaia che si differenziano per qualità e per costo. Il toner va cambiato non appena si esaurisce. Sarà la stampante laser a segnalare quando ci sarà la necessità di inserire una nuova cartuccia. Anche le macchine multifunzione sono in grado di indicare il livello di riempimento di ogni cartuccia. Ci sono poi alcuni modelli che prevedono anche la stampa dei livelli di riempimento delle cartucce e delle varie caratteristiche dell’apparecchio. Ci si rende conto che il toner è esaurito quando la stampa di una pagina appare più debole.
La durata del toner varia comunque a seconda di una serie di circostanze e soprattutto dell’uso che facciamo della macchina. Con il modello XL si può stampare ad un costo inferiore. Inoltre quando il toner è esaurito, può capitare che si riesca ancora a stampare qualcosina. Provate; tentar non nuoce.
Avete lanciato una stampa e vi siete ritrovati tra le mani un foglio pieno di striature o con tracce di sporco? Questa circostanza non è poi così rara e può verificarsi per una serie di motivi. Una delle ragioni per cui si verifica tale fenomeno è legato ad una mancata pulizia accurata del tamburo al termine del processo di stampa. Un processo che viene di solito automaticamente ma che può presentare dei problemi quando il raschiatore del tamburo risulta usurato o guasto. In questo caso i residui del toner, che non sono stati passati sulla carta, restano sul tamburo.
Può capitare che ci siano delle strisce sul foglio di carta appena stampato anche quando il contenitore del toner di scarto risulta troppo pieno e la polvere di toner in più non viene dunque raccolta. Ciò succede soprattutto quando si fa uso di toner XL compatibili; il contenitore di scarto è quasi sempre di dimensioni ridotte.
Lo stesso problema si verifica anche quando la carta inserita non è adatta alla stampante. A questo punto bisogna procedere in modo manuale e impostare lo spessore della carta sul vostro apparecchio in modo che non si vengano a verificare ulteriori problemi.
Il toner di una stampante è una polvere molto sottile, caratterizzata da resine, pigmenti colorati e da ossidi metallici. Se vogliamo eliminare il toner dalla pelle e dalle mani, dobbiamo sciacquare la zona – entrata in contatto con tale polvere – con acqua fredda.
Non commettere l’errore di utilizzare l’acqua calda: questa andrebbe soltanto a trattenere ancora di più il toner sul vostro corpo.
Cosa fare invece se la polvere di toner ha sporcato qualche nostro abito o addirittura è finita sui tappeti di casa? Agitate gli indumenti o i tappeti e provate a passarvi un panno per rimuovere lo sporco. L’aspirapolvere non è adatta per catturare la polvere di toner perché quest’ultima è davvero molto fina. Potrebbe dunque entrare in contatto con i filtri e pregiudicare il funzionamento dell’aspirapolvere.
Sui rischi che la polvere di toner può avere sulla salute di una persona si continua a discutere, ma bisogna anche essere chiari per evitare di creare inutili allarmismi. La polvere di toner può rappresentare un pericolo per la salute solo se in grosse quantità. I toner che vengono utilizzati in modo regolare in una stampante non procurano, dunque, alcun tipo di problema. E’ chiaro poi che come qualsiasi altro tipo di polvere non debba essere inalata.
All’atto della sostituzione del toner della vostra stampante meglio utilizzare un guanto monouso in modo che la pelle non entri in contatti con questa tipologia di polvere.
Prima di comprare una stampante laser – per stare più tranquilli e tirare un sospiro di sollievo – cercate di dare un’occhiata all’aspetto relativo alle sue emissioni inquinanti. Ogni modello può avere valori differenti; negli anni scorsi c’erano pure macchine che producevano in parte ozono ma oggi sono andate man mano a scomparire.
Le cartucce di toner non vanno smaltite nel cestino della spazzatura delle nostre abitazioni. Ci sono in realtà centri di riciclaggio o anche raccoglitori pubblici in cui possono essere smaltite le cartucce per le stampanti. In rete, inoltre, è possibile anche trovare siti internet che si occupano di smaltire cartucce di toner esaurite.
Le cartucce originali hanno sicuramente un costo più alto. Le aziende produttrici devono da una parte recuperare il denaro investito per la produzione delle stampanti. Ecco, però, che negli ultimi anni si è cercato di andare incontro a chi non sempre può sostenere certi costi: la soluzione è rappresentata dalla cartucce rigenerate o dal riciclaggio di quelle vuote. Le cartucce, una volta terminate, possono essere infatti ricaricate di nuovo con altro inchiostro.
Le cartucce ricaricate sono cartucce per stampanti che vengono pulite e poi ricaricate. Il punto di debolezza sta nel fatto che la testina di stampa abbia già effettuato un ciclo intero di vita.
Le cartucce di inchiostro compatibili prendono naturalmente come punto di riferimento quelle originali. Il chip sulla cartuccia appare, infatti, rigenerato. L’inchiostro varia poi a seconda del produttore: è chiaro che le cartucce originali rispettano tutti i parametri prefissati mentre l’inchiostro di altri produttori potrebbe non sempre corrispondere a tali valori.
Le cartucce originali non avranno problemi nell’essere riconosciute dalla stampante al momento dell’inserimento nella macchina. Prima di acquistarle, va sempre verificato che siano idonee per il vostro apparecchio. Se avete invece comprato delle cartucce compatibili, può succedere che non vengano riconosciute dalla stampante. Uno dei motivi per cui si verifica tale circostanza è legato al chip presente sulle cartucce.
Se siamo appassionati di fotografia e ci piace di tanto in tanto stampare le immagini che abbiamo conservato sul nostro computer, è chiaro che sia fondamentale acquistare un modello di stampante adatto e che abbia una buona risoluzione. Le stampanti, ideate per uso domestico, sono per la maggior parte delle volte caratterizzate da una stampa in quadricromia. Sul foglio di carta vengono impressi inchiostri di quattro colori: nero, magenta, ciano e giallo.
Negli ultimi anni ad avere un certo riscontro tra i consumatori sono anche le macchine in grado di stampare in esacromia. Ai quattro colori elencati in precedenza (nero, magenta, ciano e giallo) si vanno ad aggiungere pure il magenta chiaro e il ciano chiaro o anche il verde e l’arancione.
La presenza di altri due inchiostri serve ad assicurare una maggiore gamma di colori. Con l’arancione e il verde ci sarà un risultato eccellente per le tinte accese o fluo mentre con il ciano chiaro e il magenta chiaro sarà possibile ottenere sfumature perfette.
Nelle stampe quadricromatiche alcune colorazioni possono invece apparire un po’ meno brillanti. Ci sono comunque delle sigle che vengono utilizzate per indicare il numero di inchiostri e il tipo di colore presenti nelle nostre stampanti. Con la sigla CMYK si fa riferimento a quattro colori: Cyan, Magenta, Yellow e Black. Si tratta, dunque, della stampa quadricromatica (ciano, magenta, giallo e nero). Quando invece ritroviamo le lettere CMYKOG significa che ai quattro colori di base (ciano, magenta, giallo e chiaro) si aggiungono l’arancione e il verde. Non a caso le ultime due lettere sono O, che sta per orange, e G che sta per green. Spesso possiamo ritrovarci anche a fare i conti con la sigla CcMmYK. Qui le lettere maiuscole fanno riferimento ai quattro colori della stampa quadricromatica (ciano, magenta, giallo e nero), mentre la C e la M in formato minuscolo indicano i colori ciano chiaro e magenta chiaro.
Nel momento in cui ci accingiamo ad acquistare una stampante, dobbiamo tener conto anche di un aspetto che non è affatto marginale come quello relativo al caricamento dei fogli. C’è una differenza soprattutto per chi intende usare carta più doppia, raffinata o pure un cartoncino. In questi casi è preferibile optare per un sistema di caricamento dall’alto: tale metodo appare molto più semplice in quanto le pagine non rischiano di restare bloccati tra gli ingranaggi della stampante come capita quando i fogli vengono caricati dal basso.
Le stampanti con sistema di caricamento dei fogli dall’alto corrono un rischio inferiore di inceppamento soprattutto se vengono utilizzate carte più spesse e pregiate.
A risultare molto comodi, soprattutto se si utilizza la stampante per scopi lavorativi, è la presenza di diversi cassetti di carica della carta. In ogni cassetto è possibile riporre un formato diverso in modo da non dover cambiare la carta ogni volta che si intende cambiare formato. Nella maggior parte degli uffici i documenti vengono stampati, infatti, sia in formato A4 che A3: le stampanti presentano due diversi cassetti di carica,
Un altro aspetto che va preso in considerazione al momento della scelta e dell’acquisto di una stampante è quello relativo alla sua connettività. Con questo termine si indica il tipo di collegamento che può avvenire tra la stampante e un computer o anche con altri dispositivi portatili. Tale parametro varia anche a seconda della quantità di ingressi e di porte di cui tale macchina è munita. Ci sono alcuni modelli più avanzati tecnologicamente che possono stampare documenti anche se non collegati al computer di casa. Come? Sicuramente la connessione wireless è uno dei metodi più diffusi.
Con l’interfaccia Wifi la stampante, oltre ad essere connessa al nostro computer, può essere collegata pure ad altri dispositivi, come un tablet, uno smartphone. Un simile apparecchio può essere connesso anche al router di casa in modo da poter usufruire dei servizi web.
Il collegamento tra il computer e la stampante avviene comunque per tutti i modelli sempre mediante cavo Usb. Il collegamento invece al router può avvenire mediante un cavo di rete. Negli ultimi anni ci sono molti modelli più moderni che presentano la possibilità di stabilire una connessione senza fili.
La connessione senza fili è vantaggiosa sia perché riduce il numero di cavi presenti all’altezza della postazione del nostro computer sia per poter posizionare la stampante dove più desideriamo. Non è più obbligatorio installarla vicino al personal computer ma può essere collocata anche in altre stanze. Questo tipo di connessione risulta fondamentale anche se la stampante è condivisa e va utilizzata in un ufficio grande.
Oltre alla connessione Wi-fi, alcune stampanti fanno uso pure della tecnologia Bluetooth, che consente il collegamento della periferica ad uno smartphone o a tablet. In questo modo potremmo accedere alla stampante con il nostro dispositivo portatile, metterla in funzione ed utilizzarla così come ci serve. Altra tecnologia molto gettonata negli ultimi tempi è quella che prevede la connessione NFC con i dispositivi mobili che presentino un sistema operativo Android o Windows. Tale tecnologia è valida anche per i nuovi modelli di iPhone.
Oltre alle porte Ethernet e Usb che servono a collegare la stampante con il computer e con il router, è importante anche sapere – prima dell’acquisto e dunque della nostra scelta definitiva – se una stampante è caratterizzata da altre porte USB. Questi ulteriori ingressi permetteranno di leggere e poi stampare documenti, foto e file vari direttamente da una chiavetta USB o da una memoria esterna. Non sarà dunque il caso di dover accendere ogni volta il computer per poter stampare dei file che ci interessano.
Per chi è appassionato di fotografia, sarà infine il caso di valutare la presenza di uno slot in cui poter inserire le schede Sd. In questo caso basterà inserire direttamente la scheda nella stampante e procedere alla stampa senza dover necessariamente accendere il computer.